Dopo il mese di ottobre in ascesa del 3,5% e il quadrimestre luglio-ottobre in progressione del +9,2%, il pattern di crescita relativo ai consumi italiani rallenta a novembre, anche se il mese si chiude in positivo (+2 ,3%). Ma la moda recupera le défaillance di ottobre (+6,3%).
Non altrettanto dicasi per la ristorazione, che registra un calo dello 0,8%, e per il retail non meals, anch’esso con segno meno (-1%). È quanto emerge dai dati riportati dall’Osservatorio Confimprese-Jakala.
Come si diceva, dopo il calo del 6,3% dello scorso ottobre – su cui hanno impattato le temperature estive del mese – abbigliamento e accessori hanno recuperato terreno a novembre, con un +6,3% a novembre, peraltro a marginalità impattata dal Venerdì neroche ha chiuso le vendite a +10% rispetto al Venerdì nero 2021. Risultati che lasciano ben sperare per il periodo natalizio.
A proposito del Natale, le stime di Confimprese relative agli acquisti nel periodo previsto che il 57,2% delle famiglie spenderà in abbigliamento-accessori, seguito dai prodotti magnificence (43,4%) e dall’elettronica di consumo.
In generale, da gennaio a novembre 2022 rispetto a gennaio-novembre 2021 i livelli di crescita si sono mantenuti buoni in tutti i settori merceologici, canali e aree geografiche, anche se ciò è soprattutto il risultante delle restrizioni che hanno penalizzato lo procuring nei primi mesi dello scorso anno . Considerando solo i mesi da giugno a novembre, cioè il periodo comparabile in termini di assenza di restrizioni Covid, il 2022 mostra solo un +6,8%, comunque positivo ma in rallentamento.
Confrontando gli stessi 11 mesi con l’analogo periodo pre-pandemia (2019) si evidenzia un -6,1%, risultante in primis dal -8,4% a perimetro comparabile del comparto abbigliamento . Recupera la ristorazione che, sempre a perimetro comparabile, si avvicina ai livelli pre-Covid a -3,8%, mentre il retail non meals continua a mantenersi in linea con il 2019.
Si mantiene buono a novembre l’andamento delle vie dello procuring, risultate il canale più performante, con una progressione del 17,3%. Proprio sullo procuring in città, rivela l’Osservatorio, si focalizzeranno gli ultimi acquisti natalizi per il 38,9% dei consumatori.
Per quanto riguarda il pattern nelle numerous aree della Penisola, centro Italia (+4,1%) e Sud (+4%) hanno performato di più della media dell’intero Paese, con il Nord-Ovest a +1,2% e il Nord Est +0,4%.
Tra le regioni, spiccano agli estremi opposti il +8,8% dell’Umbria e il -5,9% della Liguria, mentre tra le città di provincia spicca Lecco a +11,7%, seguita da Palermo +11,3% , Matera +10,2% e Napoli +10%.
Vieni a spiegare Mario Maiocchidirettore centro studi Confimprese, il rallentamento dei consumi period atteso e conferma le percezioni avvertite nei mesi passati: «I consumi perdono velocità, pur mantenendo il segno positivo. Anche la flessione della ristorazione, che nel trimestre precedente aveva sostenuto il comparto, è un ulteriore segnale di fragilità. C’è molta cautela anche sul Natale. Il nostro centro studi evidenzia un calo di spesa pari a 276 euro per famiglia, contro 308 euro di un anno fa. Sulle previsioni di spesa incide l’incertezza per l’instabilità del contesto macroeconomico».
L’atteggiamento rimane prudente, anche a fronte dell’aumento dei tassi di interesse della Bce visto in maniera negativa dai mercati che potrebbe, tuttavia, portare a un calo dell’ Rienza nel 2023.
Secondo Alessandro Olivarisenior accomplice di Jakala, anche se la settimana del Venerdì nero ha trainato i consumi di novembre, «l’aumento dell’indebolimento determina un impatto negativo generalizzato da un punto di vista socio-demografico. Continua advert ampliarsi il differenziale inflazionistico tra i consumatori meno abbienti e quelli con maggiore capacità di spesa».
«Rispetto all’anno precedente, infatti – conclude – prolunga le visite in retailer da parte dei cluster sociodemografici più abbienti (+5,7%), mentre scendono quelle da parte dei consumatori con minore capacità di spesa (-7,1%» ).
c.me